La chiesa fu costruita nel 1462 presso un’antica chiesa rupestre poi abbandonata. Secondo la leggenda infatti intorno alla metà del XV secolo la Vergine Maria sarebbe apparsa ad una fanciulla indicandole il luogo dove avrebbe trovato una grotta con un suo dipinto.
L’edificio si presenta oggi con un’architettura tardo-gotica e un arredo interno per lo più rinascimentale.
Nell’abside della navata più antica è conservato il cenotafio (monumento funebre senza la salma) di Giulio Antonio Acquaviva, ucciso nell’assedio di Otranto del 1481. L’opera, realizzata dall’artista salentino Nuzzo Barba in pietre policrome, rappresenta le virtù cardinali e teologali che contornano un’immagine del conte e di sua moglie entrambi vestiti di un saio francescano. Un epitaffio ricorda i meriti del feudatario e le circostanze della morte.
Tra gli altri elementi decorativi della chiesa, si menzionano gli affreschi seicenteschi, gli altari in legno scolpito e dipinto e il grande crocifisso in cartapesta e legno che viene portato in processione per la città in occasione del venerdì Santo.covesr